Il conto corrente defunto è un argomento di cui spesso si discute in ambito legale e finanziario. Quando una persona deceduta possiede un conto corrente, si aprono una serie di questioni da affrontare, che vanno dalla gestione dei fondi alla trasmissione di informazioni alle autorità competenti.
Vediamo brevemente come gestire un conto corrente di un defunto, nei giorni successivi alle esequie.
Il termine latino “de cuius” è spesso utilizzato nel contesto legale per riferirsi alla persona deceduta, il cui patrimonio è oggetto di un procedimento successorio. Nel caso di un conto corrente defunto, il de cuius è il titolare del conto, la cui morte ha generato una serie di questioni legali e finanziarie da risolvere.
Quando viene a mancare una persona a noi cara, è importante nei giorni seguenti al decesso provvedere a una serie di adempimenti burocratici. Tra questi vi è la questione dei conti correnti bancari e/o postali.
Le banche sono enti privati a cui non è dovuta alcuna comunicazione da parte dei Comuni circa il decesso del loro cliente. Per questa ragione i familiari hanno il compito di informarle quanto prima affinché vengano avviati una serie di atti volti ad evitare la sottrazione del denaro da parte di soggetti non legittimati.
Uno dei primi passi da compiere quando ci si trova di fronte a un conto corrente defunto è quello di compilare il modulo necessario per comunicare il decesso alla banca. Questo modulo (dichiarazione sostitutiva di atto notorio), solitamente fornito dalla banca stessa o disponibile online, è fondamentale per avviare il processo di chiusura del conto e per consentire agli eredi di gestire i fondi in esso contenuti.
Una volta ricevuto l’Istituto di credito “congela” la liquidità che c’è all’interno. Nessuno degli eredi a questo punto può prelevare le somme ivi depositate.
Nonostante il suo blocco, il conto corrente continuerà a produrre spese e costi di gestione. Questi verranno trattenuti dalla banca una volta ricevuta la dichiarazione di avvenuta successione.
Prelevare dopo la data di decesso
Prelevare dei fondi da un conto bancario dopo la data di decesso del titolare è un atto che comporta conseguenze legali significative e implica la necessità di una corretta gestione dell’eredità.
In primo luogo, è essenziale comprendere che tale azione potrebbe essere considerata un atto di tacita accettazione dell’eredità. Questo significa che gli eredi non potranno più optare per l’accettazione con beneficio di inventario, che consente loro di limitare la propria responsabilità alle sole risorse ereditate, proteggendo così il proprio patrimonio personale da eventuali debiti o passività del defunto.
In aggiunta, prelevare denaro dal conto del defunto senza il consenso esplicito di tutti gli eredi costituisce un’azione potenzialmente illegale. Se uno degli eredi preleva fondi senza l’accordo degli altri, si espone al rischio di azioni legali da parte dei coeredi. Questo può includere querela per appropriazione indebita, un reato che implica l’appropriazione di beni altrui senza il loro consenso e può comportare sanzioni civili e penali.
La corretta gestione dell’eredità richiede quindi una comunicazione chiara e trasparente tra gli eredi. È consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto successorio per assicurarsi di agire nel rispetto delle leggi e dei diritti di tutti i coeredi. Tale consulenza legale può essere cruciale anche per decidere se è opportuno procedere con l’accettazione pura e semplice dell’eredità o se è preferibile optare per l’accettazione con beneficio di inventario, considerando tutte le implicazioni finanziarie e legali.
In definitiva, il prelievo di fondi dopo la morte del titolare del conto bancario non è solo una questione finanziaria, ma anche legale e morale. È importante agire con responsabilità e rispetto per i diritti degli altri eredi, evitando comportamenti che potrebbero generare conflitti familiari o conseguenze legali indesiderate.
Versamenti e pagamenti automatici
Per quanto riguarda i versamenti e i pagamenti automatici dopo il decesso di un individuo, è importante comprendere come vengono gestiti dalla banca e quali sono le implicazioni per gli eredi.
Dopo la morte di una persona, la banca non dovrebbe interrompere automaticamente i pagamenti periodici autorizzati, come quelli per il mutuo, le utenze telefoniche, e le bollette di luce e gas tramite RID (Rapporto Interbancario Diretto). Questi addebiti dovrebbero continuare ad essere effettuati come previsto, a meno che non sia richiesto diversamente dagli eredi o da chi è responsabile dell’amministrazione dell’eredità.
Similmente, la banca non impedisce gli accrediti, quindi se ci sono bonifici in entrata sul conto del defunto dopo il decesso, tali somme devono essere lasciate a disposizione del patrimonio ereditario. Questo significa che gli eredi avranno accesso a questi fondi per gestire le spese e le obbligazioni dell’eredità.
In una fase successiva, è possibile determinare se le somme ricevute tramite bonifici dopo il decesso dovrebbero essere incluse o meno nella massa ereditaria. Questa decisione dipende dalle leggi e dalle disposizioni testamentarie applicabili, nonché dalla volontà degli eredi o dell’esecutore testamentario.
È consigliabile che gli eredi o chi è incaricato dell’amministrazione dell’eredità si consultino con un consulente finanziario o legale per comprendere appieno le implicazioni dei versamenti e dei pagamenti automatici post-mortem. Questi professionisti possono fornire consulenza su come gestire correttamente i fondi ereditari, rispettando le disposizioni legali e garantendo una corretta distribuzione degli attivi e passivi.
In conclusione, la gestione dei versamenti e dei pagamenti automatici dopo la morte di una persona richiede attenzione e comprensione delle procedure bancarie e delle normative ereditarie. Con il supporto adeguato, è possibile garantire una transizione senza intoppi dei beni e delle obbligazioni finanziarie del defunto verso gli eredi designati.
Pagare le spese funebri con il conto del defunto
Previa autorizzazione da parte di tutti gli eredi presso l’ufficio dell’Istituto di credito, la banca può autorizzare il pagamento delle spese funebri.
La famiglia erede della persona deceduta, deve quindi presentare richiesta scritta e insieme alla fattura del funerale rilasciata dall’impresa funebre. Su quest’ultima è importante che sia riportato nome e cognome dell’intestatario del conto deceduto e il suo codice fiscale.
Quali documenti portare alla banca?
Una volta comunicato all’Istituto di credito il decesso del familiare, sarà compito degli eredi consegnare:
- il certificato di morte: rilasciato dal Comune di decesso o residenza
- la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà: rilasciata dall’ufficio anagrafe a uno degli eredi
Come sbloccare un conto corrente?
Per sbloccare il conto corrente del de cuius abbiamo visto che come prima cosa vi è la comunicazione di decesso alla banca, la consegna della dichiarazione sostitutiva di notorietà e il certificato di morte.
A questo punto la banca deve fornire agli eredi i conteggi sui soldi depositati, i titoli, i fondi, le obbligazioni e qualsiasi altro rapporto tra l’istituto ed il de cuius.
La famiglia dovrà quindi adoperarsi per effettuare la successione (qui tutti i dettagli su come e quando farla).
La gestione di un conto corrente defunto non si limita alla semplice chiusura del conto. È importante infatti, anche individuare e valutare altri asset finanziari e patrimoniali che potrebbero far parte dell’eredità del de cuius. Questi beni possono includere beni immobili o diritti reali, che devono essere presi in considerazione durante il processo di liquidazione dell’eredità (la successione).
Conclusa la successione gli eredi dovranno tornare in banca per portare la dichiarazione conclusiva di successione.
Solo in questo istante la banca chiuderà il conto corrente, bonificando gli importi sui conti correnti dei successori in percentuale ereditaria.
Durante questo processo, è importante mantenere una comunicazione aperta e trasparente con la banca e con gli altri soggetti coinvolti nella gestione dell’eredità. Questo può contribuire a evitare ritardi e complicazioni e a garantire che tutte le questioni vengano affrontate nel modo più efficiente possibile.
Conto corrente cointestato: come funziona?
La principale variabile quando si parla di conto corrente cointestato è relativa alla firma;
- disgiunta: i titolari del conto corrente possono effettuare le operazioni bancarie in autonomia, agendo separatamente;
- congiunta: per ogni operazione bancaria deve esserci il consenso firmato di tutti gli intestatari.
Questa distinzione è importante anche in caso morte.
Nel caso in cui un conto corrente cointestato con firma disgiunta, la banca può congelare soltanto la somma riconducibile al defunto. La restante quota sarà a libera disposizione degli eredi, che potranno decidere di prelevarla o di trasferirla su un altro conto corrente.
Quando invece il conto è cointestato con firma congiunta, al decesso di un titolare il conto viene bloccato interamente.
Cassette di sicurezza
Può capitare che il soggetto deceduto fosse titolare di una cassetta di sicurezza. Naturalmente anche il contenuto della stessa dovrà esse dichiarato nella denuncia di successione ai fini della determinazione dell’asse ereditario e dell’eventuale pagamento delle relative imposte.
In caso di cointestatari essi dovranno essere presenti al momento dell’apertura e perderanno la facoltà di uso disgiunto della cassetta di sicurezza.
Le cassette di sicurezza, dopo la morte dell’intestatario o di uno dei cointestatari, possono essere aperte solo alla presenza di un funzionario dell’Amministrazione finanziaria o di un Notaio, che redige l’inventario del contenuto; poiché gli oggetti o valori ivi contenuti concorrono alla formazione dell’asse ereditario ai fini del pagamento dell’imposta di successione.
Se nella cassetta di sicurezza oltre a denaro ci sono altri beni di difficile valutazione (es. gioielli, quadri ecc..) è opportuno anche l’intervento di un perito che può essere nominato direttamente dal notaio oppure scelto dalla famiglia/eredi, che analizzerà tutti i beni presenti, li catalogherà e valuterà ai prezzi di mercato. Al termine della redazione, la cassetta verrà richiusa ed il verbale dovrà essere allegato alla dichiarazione di successione.
Differenza tra paesi
La procedura per gestire un conto corrente defunto può variare da paese a paese e può essere influenzata da una serie di fattori, tra cui la presenza o meno di un testamento, la legge successoriale applicabile e le politiche specifiche della banca in questione. È importante essere ben informati su tali questioni e, se necessario, consultare un professionista legale o un consulente finanziario per ricevere assistenza.