Sepoltura nella Storia: la sua origine e la scoperta dell’Aldilà
L’uomo, forse per natura, ha sempre trovato il modo per onorare la vita di un caro estinto una volta mancato attraverso la sepoltura.
Basti pensare che fin dagli albori dell’evoluzione umana si cercasse di assegnare ai morti un luogo in cui giacere per l’eternità in quiete. Da alcuni ritrovamenti archeologici, in seguito a studi circa l’erosione elle ossa ritrovate e dei materiali posti sopra; gli studiosi sono stati certi a poter affermare che alle salme già 50.000 anni fa era dedicata una sepoltura. Probabilmente con terra e fogliame sopra, non più di due o tre giorni più in là del momento del decesso.
Non è stato facile però per gli stessi studiosi indicare se queste pratiche fossero eseguite solo in segno di affetto e riconoscimento per ciò che l’uomo aveva fatto in vita; oppure se avevano un fine religioso: un rito eseguito per un aldilà.
Certo è che già durante quell’era vi erano simbolismi e disegni che potevano far supporre abitudini quotidiane e rituali anche funebri di sepoltura; ma non avendone certezza bisognerà aspettare fino agli antichi egizi per confermare la credenza in un aldilà.
La sepoltura al tempo degli Egizi
Gli antichi egizi credevano, infatti, indiscutibilmente nella vita oltre la morte, fu per questa ragione che avevano sviluppato un importante rito funerario che tutti dovevano osservare. Alla base del loro rito vi era la mummificazione del corpo, che avrebbe custodito al suo interno l’anima per l’eternità. Per questa ragione insieme al corpo era fornito tutto ciò che poteva essere utile in una seconda vita al caro estinto. La mummificazione era fatta per via naturale (depositando il corpo in tombe sabbiose) oppure attraverso l’imbalsamazione, anch’essa eseguita secondo rigide regole. La cerimonia era celebrata da sacerdoti e al funerale era portato sulla tomba cibo in dono dalla famiglia.
Tutti i passaggi del rito funebre egizio furono trascritti nei geroglifici all’interno delle Piramidi; maestosi sepolcri funebri per i sovrani e i nobili, con una forma triangolare con il vertice proteso verso il cielo, per permettere ai defunti che riposavano all’interno della loro sepoltura di avvicinarsi sempre di più agli Dei.
Sepoltura al tempo dei Romani
Durante il periodo dell’antica Roma, gli studiosi sono certi di come si fosse affermata la convinzione di un aldilà e di come fosse ritenuto non solo più un evento privato e riservato a più intimi il funerale; ma di come diventò un evento quasi pubblico. Ogni persona doveva avere un funerale e nel caso delle persone meno abbienti ci pensava lo Stato a pagarlo.
Al momento del decesso, erano chiamati i LIBITINARII (impresari di pompe funebri) che si occupavano di preparare, lavare la salma e organizzare il trasporto a spalle fino al luogo di sepoltura. Lì avveniva una lettura a gran voce da parte di un oratore in ricordo dell’estinto, in cui era posto l’accento sull’unione tra Stato e famiglia. Ogni defunto veniva sepolto con una moneta in bocca, che serviva per pagare il traghettatore delle anime Caronte per il viaggio nell’aldilà. Proprio in questo periodo storico le cremazioni iniziarono a essere molto importanti. La cremazione era sostituita esclusivamente dall’inumazione, ma era comunque una scelta più diffusa rispetto a quest’ultima. Le ceneri erano poi raccolte in un’urna e sistemata in una Colombaia, ovvero una nicchia ricavata in una tomba collettiva.
Il cambiamento della sepoltura dopo l’Impero Romano
L’uomo apprese grazie al Cristianesimo che se c’era un Dio che si era fatto uomo e poi resuscitato, allora anche l’uomo stesso sarebbe resuscitato verso il cielo; verso qualcosa di migliore e più favorevole. Cambiando quindi l’idea che circa la morte, s’iniziarono a costruire i luoghi di sepoltura non più distanti dalla città, bensì in prossimità delle Chiese. Fu in questo momento che nacque il “camposanto”: un luogo benedetto in cui erano inumate le salme dei più poveri, vicino a una chiesa in cui erano inumate le salme dei più ricchi.
La coabitazione tra vivi e morti ebbe fine intorno al Trecento,
dove le grandi pestilenze misero in ginocchio l’Europa.
Queste sconvolsero le popolazioni che presero distanza dai luoghi di sepoltura, allontanandoli dai centri abitati. Piano piano iniziarono anche a occultare la salma nel corso della cerimonia funebre. Il corpo veniva chiuso in una bara, poi in catafalchi e infine in veri e propri “castelli mobili”.
A questo punto la morte e quindi la sepoltura del corpo non era più vista come una possibilità di resurrezione verso un aldilà migliore; bensì uno strappo dai propri affetti e i propri averi.
Le stesse lapidi poste sopra le tombe iniziano a raffigurare figure che pregano o giacciono nella speranza della resurrezione; proprio a significare quanto si sostituisce alla sicurezza della resurrezione la paura di non essere ammessi in Paradiso, dopo la sepoltura.
Sepoltura nel periodo post medievale fino ai giorni d’oggi,
il momento del funerale venne sempre più considerato un momento celebrativo per la vita del caro estinto. Riprese quindi la cura della salma, la sua vestizione e l’addobbo di un luogo per la sua permanenza prima di lasciare definitivamente l’abitazione per il luogo di sepoltura o di cremazione.
Ancora oggi i funerali sono un momento di raccoglimento, dove le famiglie possono onorare e ricordare il caro estinto, nell’attesa della sepoltura che solitamente avviene due o tre giorni dopo il decesso. La camera ardente in cui giace la salma è spesso addobbata con fiori e lo svolgimento delle esequie tende a esaudire il volere del defunto.
Abbiamo visto quindi, come la sepoltura e le onoranze funebri a Torino e oltre, si siano evolute nel corso del tempo.
Ogni sepoltura viene influenzata oltre che dalla cultura anche dal periodo storico e le necessità connesse.
In conclusione è possibile dire che tutta la cultura si basa spesso sul culto dei morti e la loro sepoltura influenza di conseguenza la nostra cultura.
Nei secoli l’attenzione per la sepoltura è sempre stata argomento dell’uomo, con le caratteristiche tipiche del periodo storico vissuto: il culto della morte riflette il culto per la vita.
