La parola feretro indica l’involucro mortuario usato per conservare un individuo deceduto.
Una volta avvenuto il decesso, l’impresa funebre si occupa della vestizione e la preparazione della salma, oltre che all’allestimento della camera ardente e alla fornitura del feretro. La salma è quindi posta all’interno di un contenitore chiamato volgarmente “cassa da morto” oppure “bara”.
Si può considerare il termine “feretro” una versione decisamente più elegante dell’accezione, più comune tra la popolazione italiana, di “cassa da morto” o “bara”.
CASSA DA MORTO, BARA o FERETRO
Tutte e tre le parole indicano la stessa cosa. Semplicemente si cerca di utilizzare la parola “feretro” in contesti più istituzionali e formali. La parola cassa da morto in particolare è strettamente gergale e raramente viene utilizzata.
L’ORIGINE DI “FERETRO”
L’origine della parola “feretro” risale all’antica Roma, dove veniva chiamato “fercolo”. In realtà questa parola non aveva lo stesso identico significato. Il fercolo era un vassoio su cui venivano portate le spoglie del nemico vinto in battaglia, in segno di trionfo.
Nello scorrere del tempo si è mantenuta l’origine etimologica, ma ne è cambiato gradualmente il significato.
Possiamo dire, in un certo senso, che mentre storicamente assumeva un senso logico più incentrato sul suo ruolo fuori dal terreno, oggi la lingua italiana sembrerebbe dare peso più alla sua funzione “sotto terra”, ovvero come involucro che protegge una salma dal deperimento assoluto e rapido.
In Inghilterra
Nel regno unito la traduzione letterale di “casse da morto” sarebbe coffin o, anche se meno utilizzata tra i giovani, “casket”.
Quello che accade nella lingua inglese però è molto particolare, perché nel linguaggio più colloquiale, più che utilizzare l’equivalente aulico di feretro, si preferisce ricorrere a metafore.
Ecco quindi l’uso in moltissimi film UK di espressioni letterarie come “porta della morte” (death’s door) o di una terminologia più colloquiale come “grave”, specie nei testi musicali.
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