Cimitero di Iglesias
Il Cimitero di Iglesias è una delle attrazioni principali della città, un luogo dove l’arte e la storia si fondono in un museo a cielo aperto. Situato fuori della cinta muraria, questo cimitero monumentale è noto ed apprezzato in tutta la Sardegna per la sua bellezza e la sua atmosfera suggestiva.
Inaugurato il 20 agosto del 1835, il Cimitero Monumentale di Iglesias ha subito nel corso degli anni diverse trasformazioni e ampliamenti. Il suo corpo centrale, arricchito da monumenti sepolcrali di grande valore artistico, è circondato da viali di cipressi che conferiscono al luogo un’atmosfera solenne e tranquilla.
La prossimità della chiesa ha contribuito ad accrescere la sua importanza nel tessuto urbano della città. Nel corso degli anni, l’aumento della popolazione ha reso necessario l’ampliamento della cinta muraria della città, e di conseguenza anche del cimitero.
Questo cimitero è noto per la sua architettura e la presenza di numerosi monumenti funebri di interesse artistico e storico.
Come gran parte dei cimiteri monumentali in giro per il mondo, anche il Cimitero di Iglesias raccoglie diverse tombe e monumenti di diverse epoche storiche. Questo ci è facile comprenderlo dal vario stile architettonico del periodo in cui sono stati costruiti.
I cimiteri monumentali sono spesso luoghi dove l’arte e la storia si intrecciano, con sepolcri decorati, sculture e architetture che narrano storie di individui o riflettono le tendenze artistiche del loro tempo.
All’interno del Cimitero Monumentale di Iglesias, troviamo la tomba di Zaira Deplano Pinna, o meglio conosciuta come la “tomba della bambina con il cerchio”.
Il monumento sepolcrale della piccola Zaira è uno dei gioielli del cimitero Iglesias. Situato in una delle aree più suggestive del cimitero, questo monumento è un omaggio commovente alla vita interrotta troppo presto di questa giovane bambina.
La tomba sepolcrale della piccola Zaira è stata realizzata dal famoso scultore piemontese Giuseppe Sartorio su commissione dei genitori della bambina. Il monumento è una testimonianza toccante dell’amore e del dolore di una famiglia che ha perso un proprio caro.
Il cimitero Iglesias non è solo un luogo di sepoltura, ma anche un museo all’aperto che racconta la storia e la cultura della città e della sua popolazione. Le tombe e i monumenti funebri presenti all’interno del cimitero testimoniano la ricchezza artistica e storica della Sardegna.
Il Cimitero Monumentale di Iglesias è un luogo di riflessione e di contemplazione, ma anche di bellezza e di arte. È un luogo che va visitato con rispetto e con l’attenzione che merita, per scoprire la ricchezza e la bellezza della cultura sarda.
Ogni monumento, ogni lapide racconta una storia, un momento della vita di chi è stato sepolto lì. Attraverso di essi possiamo scoprire le tradizioni, le credenze e le passioni dei defunti e delle loro famiglie.
Le morti infantili nel XIX secolo
Alla fine del XIX secolo i bambini erano spessi destinati a una morte causata dalle infezioni batteriche, compresa la meningite. Questo problema era dovuto alle scarse e spesso precarie condizioni igieniche; inoltre la conoscenza medica era ancora in pieno sviluppo su queste malattie, spesso causate da batteri, virus o altri agenti infettivi.
La meningite da cui fu affetta la piccola bimba del Cimitero Iglesias, era un’infiammazione delle membrane che circondavano il cervello e il midollo spinale, causata appunto da batteri o virus.
Si dovette aspettare il XX secolo per vedere una buona riduzione delle malattie infettive e delle loro gravi conseguenze. In questo secolo l’igiene, le vaccinazioni e la scoperta degli antibiotici contribuirono significativamente al miglioramento delle condizioni di salute delle persone e quindi anche dei bambini.
La bambina con il cerchio: cimitero Iglesias
Come abbiamo visto sopra, il cimitero di Iglesias in Sardegna è un vero e proprio museo di opere d’arte; proprio come tutti i cimiteri che hanno meritato l’accostamento dell’aggettivo “monumentale”.
Pur non essendo diviso come per esempio il cimitero monumentale di Torino in zone, vi sono alcune aree dedicate a tipi di decessi.
Tra queste spicca il Viale dei bambini. Vien da sè comprendere che in questa area riposino gli esili corpicini di chi purtroppo, per malattia principalmente, ha smesso di giocare fin troppo presto.
Tra i volti gioiosi e puliti raffigurati sulle ceramiche e sui cippi funebri, spicca il monumento della “bambina con il cerchio”.
Zaira Paola Grazia Deplano Pinna
Zaira Paola Grazia era nata il 14 marzo 1895 e morì a soli 6 anni per causa di una meningite fulminante il 14 luglio 1901.
La sua morte avvenne in una giornata estiva e afosa, in un tragico pomeriggio nella casa in Via Martini: nel cuore della cittadina di Iglesias. Al fianco della piccola vi erano la mamma Fanny Pinna ed il papà Ernesto Deplano, un importantissimo notaio della zona.
I genitori vollero onorare la sua breve vita con un monumento in suo ricordo. Per questo motivo incaricarono un conosciutissimo scultore piemontese dell’epoca Giuseppe Sartorio, per erigere un monumento cimiteriale in ricordo della piccola Zaira.
Giuseppe Sartorio
Si tratta di un pittore e illustratore italiano, nato a Borgosesia (Piemonte) nel 1861 e deceduto nel 1932.
Il suo talento risiedeva nella cura del dettaglio, nell’illustrazione e nella pittura simbolistica.
I dettagli
La scultura della bambina con il cerchio nel Cimitero di Iglesias, è ricca di significati. Innanzitutto la base della statua, raffigura un pavimento a scacchi bianchi e neri che simboleggia il contrasto tra il bene e il male. Su di esso giace una colonna spezzata in segno della vita interrotta troppo presto e prematuramente. Seduta sulla colonna, appoggiando il braccio sinistro sulla base vi è la bimba, Zaira, che regge nella mano destra il bastone con cui ha giocato con il cerchio (appeso alla base della colonna) poco prima.
La bambina è stata riprodotta fedelmente sia per i lineamenti del viso, ma anche per le dimensioni. Il suo abbigliamento è tipico del periodo storico: un vestitino abbinato a stivaletti caratteristici dell’epoca.
Zaira viene ritratta appoggiata alla colonna, con un’espressione giocosa e sorridente; con le braccia rilassate e le gambe incrociate, come se avesse appena finito di giocare con il suo cerchio.
Sartorio ha riprodotto scrupolosamente i tratti della bambina, riproducendo una foto datagli dai genitori di qualche tempo prima.
Le leggende
Intorno alla piccola bimba con il tempo sono iniziate a girare una serie di leggende che vengono raccontate ai visitatori e ai bambini. Una tra tante è quella secondo cui a mezzanotte lei scenda dalla colonna e corra col cerchio per il cimitero, continuando a giocare in eterno.